Lo stigma relativo al disturbo bipolare è spesso associato all’idea di un eccesso di aggressività e comportamenti violenti in chi convive con questa condizione.
Uno studio dell’IRCCS Ospedale San Raffaele ha dimostrato che questi comportamenti particolari sarebbero invece connessi a specifiche fasi della malattia e connessi talvolta all’abuso di alcool o sostanze stupefacenti.
Per chi non lo conoscesse, il disturbo bipolare, è un’alterazione del tono dell’umore con fasi maniacali (umore particolarmente elevato e sregolato) e fasi depressive (umore particolarmente flesso). Tra le due fasi potrebbero intercorrere periodi intermedi di eutimia, vale a dure umore non flesso né verso l’alto né verso il basso.
Lo studio del San Raffaele tende a suddividere l’aggressività in varie tipologie:
verso gli oggetti e cose inanimate;
verso gli altri in modalità verbale o fisica;
irritabilità.
Nello specifico, analizzando 151 soggetti nell’arco di 12 mesi, è stato evidenziato che i risultati di un comportamento aggressivo (intesa in toto) erano minori di quelli di altri studi e, in particolare, si è visto che l’aggressività rivolta verso le altre persone è stata riscontrata solo nel 1.32% dei pazienti.
Inoltre, è stata notata una drastica riduzione di tali comportamenti nelle fasi di eutimia, pari ai valori riscontrati in persone non affette dal disturbo.
In generale è stata rilevata una percentuale di aggressività più alta nei pazienti con co-diagnosi (quindi sia disturbo bipolare che disturbi di personalità e/o di abuso di alcool o sostanze).
Un altro dato significativo è la minor aggressività in pazienti che si recano regolarmente a visite e incontri con professionisti.
Fonte: https://www.stateofmind.it/2021/04/disturbo-bipolare-aggressivita/
Articolo realizzato da Diletta
per il progetto “Attivismo Digitale“