“accettazióne s. f. [dal lat. tardo acceptatio -onis]. – 1. Atto dell’accettare, dell’accogliere”
L’accettazione è un costrutto psicologico molto particolare, che si ritrova spesso all’interno dei percorsi di terapia. Corrisponde alla consapevolezza profonda di ciò che possiamo e non possiamo controllare e modificare. Proprio per questo non è per niente facile o privo di sofferenza il percorso che ci porta verso l’accettazione.
Non è raro ritrovarsi in situazioni che ci sembrano imposte dall’alto, eventi spiacevoli o percepiti come incontrollabili possono susseguirsi tra loro e portare sconforto: proviamo in tutti i modi a modificare ciò che è impossibile da controllare, provando una sofferenza profonda e invalidante. Soprattutto in questo periodo, segnato dal timore e dalla paura, dall’ansia e dall’incertezza.
Ma accettare non significa vivere, o meglio sopravvivere, passivamente agli eventi lasciando che questi scorrano gli uni dopo gli altri in un percorso inesorabile. Se la strada davanti a noi è sbarrata e gli attrezzi a nostra disposizione sembrano proprio non riuscire in nessun modo ad alzare le tavole di legno che fermano quel percorso specifico in quel momento specifico, “accettare” non sta per l’arrendersi e il fermarsi davanti a quelle assi. Accettazione significa soprattutto riorientarsi: cambiare strada, trovarne una che forse non è sbarrata, o forse sì, ma avremo con noi nuovi attrezzi e nuovi tentativi da compiere, una nuova motivazione per affrontare gli eventi della vita e cavalcare le onde della nostra storia, pagina dopo pagina.
Il cambiamento però è difficile e fa paura: cambiare strada può farci sentire smarriti e persi in un mondo che sembra non essere pronto ad accoglierci, ma le emozioni che accompagnano questi pensieri sono anch’esse importanti e adattive. Ansia, tristezza, rabbia, paura, sono tutte emozioni percepite come dolorose e spesso facciamo di tutto pur di non ascoltarle: le reprimiamo, le impacchettiamo lontane dal cuore per cercare disperatamente di eliminarle, di non sentirle. Ma più proviamo ad ignorare qualcosa, più questo tornerà indietro: non possiamo non provare le nostre emozioni.
Imparare ad accettare tutti i nostri stati mentali, senza giudizio, ci permette di vivere e attraversare i nostri pensieri e le nostre emozioni, interpretando il mondo che ci circonda e sviluppando una competenza fondamentale per navigare le onde del mare della vita: la flessibilità.
Accettare dopotutto significa proprio questo: riuscire a mantenere salde le mani sul timone, comprendendo che le onde non possono essere domante o controllate, ma comprendendo che possiamo mettere in gioco tutte le nostre risorse e competenze per guidare la nostra nave verso un porto pronto ad accoglierci. Perché possiamo cambiare rotta e ascoltare il vento.
“Il curioso paradosso è che quando mi accetto per come sono, allora posso cambiare” – Carl Rogers
Articolo realizzato da Psicologa Angelica Pipitò di @logos_e_psyche
per il progetto “Attivismo Digitale“