17 Dicembre 2021


Il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione è caratterizzato da una persistente o ricorrente sensazione di scollegamento dal proprio corpo o dai propri processi mentali, come se si stesse osservando la propria vita dall’esterno (depersonalizzazione), e/o dalla sensazione di essere dissociato dall’ambiente circostante (derealizzazione).
Questa è la definizione di un fenomeno che può avvenire, transitoriamente, in quasi tutte le persone.
Ad esempio, pensate a quando aspettate l’autobus o siete a bordo, quante volte siete talmente persi nei vostri pensieri o dalla musica, da non rendervi conto delle macchine che sono passate prima del bus o della strada che esso ha percorso. Poi scendete e tutto finisce, per voi
Per chi soffre di questo disturbo invece tali sensazioni possono capitare nei momenti più disparati.

A me succede spesso quando sono molto concentrata su qualcosa di intimo e personale, ad esempio durante una seduta dalla psicoterapeuta, oppure in luoghi affollati. Di botto vedo me stessa su un piano e tutti gli altri su un altro, come se fossimo a teatro e tutto ciò che mi circonda fosse la scenografia. Altre volte, invece, io non sono la protagonista perché sono scollegata anche da me stessa, il corpo dentro a cui sono, non è più il mio, sono padrona solamente dei miei processi mentali che, però, vanno veloci e sono difficili da afferrare. 

Capita che le persone intorno a me provino ad abbracciarmi o a dirmi parole di conforto (come “ti voglio bene”, “non sei sola”) ma, in quel momento, io non sento niente, tutto mi attraversa come se non fossi lì.
All’inizio è stato molto difficile capire questo fenomeno e, tutt’ora, sebbene si verifichi più raramente, è complicato da gestire anche se con il tempo ho imparato dei piccoli accorgimenti per cercare di non rimanere intrappolata da queste sensazioni e dai pensieri che esse generano.
Mi aiuta cercare di non giudicare ciò che sto provando ma semplicemente cercare di adottare le tecniche di respirazione per focalizzarmi solo sul respiro e sul senso di tranquillità che mi trasmette, possibilmente stando in un luogo tranquillo.
Dopo si deve ricominciare a fare ciò che si stava facendo sempre senza giudicarsi, concentrandosi su azioni semplici: lavare i piatti, pulire casa, farsi un te, fare una doccia, fare due passi… Oppure attuare delle tecniche di grounding: utilizzare i 5 sensi per sentirsi maggiormente legati al proprio corpo e al mondo (esempio: si può usare del ghiaccio che, attraverso il tatto e l’impulso che il freddo scatena, ti ancora al corpo e al presente)

Ho imparato che, per la mia esperienza, sono sensazioni difficilmente comprensibili da chi non le ha mai provate e, quindi, è complicato spiegare alle altre persone cosa si sta provando. Questo però non deve scoraggiarci dal provare a includere chi ci sta vicino in ciò che stiamo passando.
In alcuni momenti per me è stato prezioso avere accanto a me persone informate e che potessero aiutarmi a focalizzarmi su me stessa e non su ciò che mi stava accadendo.
Con la giusta terapia e il tempo (che ci serve per conoscerci e conoscere la patologia), si può riuscire a prendere per tempo l’insorgere di un episodio e quindi riuscire a conviverci più o meno facilmente.

Fonte: https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-di-salute-mentale/disturbi-dissociativi/disturbo-di-depersonalizzazione-derealizzazione

Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione – Disturbi di salute mentale – Manuale MSD, versione per i pazienti

Scritto da Diletta
per il progetto Attivismo digitale