23 Dicembre 2021

Qualche settimana fa ero in treno insieme a mia sorella.
Ci trovavamo sedute una di fronte all’altra e lei mi ha chiesto, con un sorrisetto sornione:Hai mai ascoltato “Il cerchio della vita”, la canzone de Il Re Leone?!”. Le ho risposto di sì, piuttosto sbadatamente. “Parla di te”, ha proseguito lei. Ma io non avevo ben capito cosa volesse dirmi. Si tratta di un brano originariamente composto, nel 1994, da Elton John e Tim Rice e – a parer mio – magistralmente interpretato da Ivana Spagna, nella versione originaria italiana.
Così, incuriosita, ho pensato di riascoltarlo, prestando maggiore attenzione. Sapevo quanto fosse bella questa canzone, però non ne avevo ancora colto la vera essenza.

Partiamo dal titolo: il cerchio della vita. Cos’è? Si tratta del ciclo esistenziale: nascita, crescita, morte.

Ma io, affetta da un disturbo mentale ci vedo altro, qualcosa di più profondo.
Ho immaginato tutti noi, legati attraverso un sottilissimo filo rosso, dentro a quel cerchio, il cerchio della vita.
Però il nostro è un cerchio speciale: ha inizio con la sofferenza ed il dolore, prosegue con la richiesta di aiuto e l’arrivo di una diagnosi, si conclude con la rinascita, l’inizio di una nuova vita.

Citando la canzone, “è una giostra che va, questa vita che gira insieme a noi e non si ferma mai”.
I mostri della mente ci travolgono, come la tempesta, ci risucchiano nel loro vortice e, infine, ci lasciano liberi.
Sì, i disturbi mentali esistono ma possono essere curati.

Riascoltando questo brano ho capito cosa volesse dirmi mia sorella: è vero, parla di me, parla di voi, parla di tutti noi.
Quando un disturbo mentale entra nella nostra vita sembra di non vedere più l’alba. Poi però, un giorno, mentre sei sul punto di mollare, “un raggio di sole ti abbraccia […], ogni dubbio va via e i perché non esistono più”.

Questo giorno arriva per tutti, precisamente dal momento in cui chiediamo aiuto: la rinascita parte da qui, parte da noi.
E così, dopo un ritmo incalzante, la canzone si conclude, terminando con il finale che tutti noi desideriamo, celebrando il trionfo della nuova vita che nasce per poi chiudere con una battuta secca, come a dire che il senso è tutto racchiuso in queste parole e non c’è altro da aggiungere.

E ogni vita lo sa che rinascerà in un fiore che fine non ha”.
Conclusione che, non a caso, nel video di accompagnamento del brano, viene rappresentata da un meraviglioso fascio di luce luminoso che si fa strada fra le nuvole nere.
Perché la luce giunge sempre, non scoraggiatevi mai, non fermatevi, bisogna crederci!

Articolo realizzato da Anna 
per il progetto “Attivismo Digitale