Mi sentivo come su un’altalena… di pensieri e di azioni. Mesi su, mesi terribilmente giù. Pensieri onnipotenti, pensieri terrificanti. Di cosa avrei avuto bisogno non lo so, perché ho sempre avuto tutto l’affetto delle persone che mi circondavano (amici e famiglia) ma non bastava. Ero io a non bastarmi. Perché nessuno mi comprendeva? Perché non si mettevano nei miei panni? Perché non capivano che ero io ad essere “normale” e a stare nel giusto e non loro?
La follia era la costante di quei momenti, le persone mi guardavano e si rapportavano a me come se fossi completamente fuori di senno, pazza e, pensandoci, lo ero. Ero impazzita, perché non sapevo più chi fossi: ero la ragazza super carismatica piena di amici e di cose da fare che rideva sempre e che trascinava tutti nel suo vortice di “felicità” o ero l’altra? La ragazza depressa, che non riusciva neanche ad alzarsi dal letto e che solo al pensiero di vedere una persona diversa dai suoi genitori si nascondeva sotto il suo confortante cuscino?
La ragazza depressa però un po’ mi piaceva, era amata da tutti. No, era compatita, non amata… era fragile e per questo andava protetta. L’altra invece, faceva paura, era senza freno, non sapevi mai cosa le passava per la testa, aveva tanta energia da spendere ma non sapeva incanalarla; per questo andava temuta.
Chi si sarebbe svegliata domani mattina?
Ce l’avrei fatta a riunire le due ragazze? In fondo, si volevano bene… dovevano solo accorgersene.
Oggi la mia “malattia” è mia…
Rotta con me. Mi chiedi cos’è cambiato? Fondamentalmente nulla, ma ora so le due ragazze, dentro la malattia sono sempre la stessa persona… me.
Con il disturbo bipolare di tipo 1, questa consapevolezza è una cosa meravigliosa. Io, nonostante la mia patologia, mi alzo, mi lavo, mi trucco, mi spruzzo il mio profumo preferito, do un bacio al mio compagno, una carezza ai miei gatti, coccole esagerate al mio cane di 52 kg, metto su il caffè, dico ad Alexa “metti musica per la mattina”… ed inizio la mia meravigliosa pazza ed ordinaria vita.
Le cose fondamentali per la mia rinascita sono state sicuramente:
– La psicoterapia e lo psichiatra, senza questo non sarei mai arrivata a capire il perché, ed io senza i “perché” non ci so stare.
– I viaggi da sola: le esperienze all’esterno, soprattutto l’ultimo che mi ha portato qualche mese a vivere oltreoceano è stato fondamentale: ero sola, nuova lingua, nuovo continente, distante da tutta la mia zona di comfort…c’è stato un punto di rottura, ed ho potuto ricominciare e ricostruire.
– Il mio compagno: c’è sempre stato ed è stato fermo negli ultimi 10 anni, mentre giravo impazzita come una pedina lui era li, e c’è ancora.
– Il Club Itaca. E’ stato la ciliegina sulla torta… Mi ha fornito gli strumenti che mi mancavano per rinascere.
Storie di Rinascita è un progetto di Fondazione Progetto Itaca Onlus che vuole raccoglie e condivide le testimonianze di recupero della salute e del benessere da parte di persone che hanno una storia di disagio psichico per aiutare tutti a comprendere, accettare e gestire un disturbo della Salute Mentale.
Per maggiori informazioni scrivi a segreteria@clubitaca.org
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