Definire l’Epigenetica è difficile ma in generale è possibile intenderla alla luce delle modificazioni che intervengono non direttamente sulla sequenza del DNA quanto sulla sua struttura. Questo significa che l’ambiente non interagisce con il DNA solo attraverso l’evoluzione ma anche tramite l’interazione con l’individuo attraverso meccanismi che modulano l’espressione genica.
Di conseguenza, la qualità e la quantità delle esperienze che facciamo influenzano l’espressione del livello più intimo della nostra biologia. Questo dimostra che non siamo degli esseri inermi, in balia della famosa questione genetica; anzi, diventando consapevoli delle nostre patologie, possiamo fare tanto per migliorare la nostra qualità di vita, guarendo anche ferite generazionali.
Questo discorso si lega anche al concetto di “neuroplasticità” che ha decretato una svolta nel concetto di divisione mente/corpo, dimostrando come l’aspetto psicologico determini un cambiamento strutturale e funzionale delle cellule presenti nel sistema nervoso.
Oggi sappiamo quindi quanto è importante il nostro intervento e la qualità della vita che conduciamo nella cura della nostra salute mentale.
Per tanti anni siamo stati abituati a vedere i disturbi mentali come qualcosa di statico e immutabile, una presenza che c’è e non da scampo. Ora per fortuna, sentiamo parlare di recovery, iniziamo ad accogliere l’idea di percorsi di guarigione non lineari ma comunque possibili, ampliamo i nostri orizzonti ed iniziamo a capire come muoverci e come poter agire per andare verso un concetto di guarigione sempre più credibile.
Possiamo iniziare a sentirci responsabili della nostra salute mentale, non in termini di “forza di volontà tossica” ma attraverso degli struementi concreti che possiamo acquisire grazie alla psicoterapia e a una rete sociale che possa contribuire nel processo di cura.
Una volta la mia psicoterapeuta mi disse “Hai una buona Epigenetica”: questa frase risuonò tanto in me perché mi ha fatto rendere conto che non contava più il mio disturbo ossessivo compulsivo quanto ciò che stavo facendo io stessa per curarmi.
Articolo realizzato da Barbara
per il progetto “Attivismo Digitale“