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Itaca blog
11 Settembre 2024

Lunacy act

Dopo oltre 60 anni, in Nigeria viene finalmente abolito il “Lunacy act”.

Si tratta di un provvedimento di epoca coloniale che imponeva la detenzione senza possibilità di cure mediche per coloro che soffrivano di disturbi psichiatrici o disabilità intellettive. Entrò in vigore nel 1958 quando la Nigeria era ancora una colonia britannica, successivamente nel 2003 e nel 2013 furono fatti alcuni tentativi di riforma, senza però ottenere esito positivo.

Solamente quest’anno, dopo il via libera parlamentare, il Presidente Muhammadu Buhari è riuscito a promulgare nuove normative al riguardo, basate su sette principi fondamentali:

  1. Fornire una direzione per una coerente, razionale e unificata risposta all’implementazione di servizi per la salute mentale in Nigeria.
  2. Assicurare una miglior qualità di vita attraverso l’accesso a sistemi per la cura della salute mentale che siano ben integrati, pianificati ed efficienti nella loro azione.
  3. Promuovere assistenza al ricovero per persone affette da disturbi della salute mentale, alla riabilitazione e all’integrazione di codeste all’interno della società.
  4. Facilitare il coordinamento dei servizi per la salute mentale in Nigeria.
  5. Promuovere e proteggere i diritti fondamentali dell’uomo e la libertà di tutte le persone affette da disagio mentale.
  6. Promuovere l’implementazione di “minimi standard” riguardanti i servizi per la salute mentale.
  7. Facilitare l’adozione di un “approccio basato sulla comunità” per la creazione di servizi per la salute mentale.

Come viene affermato sul portale di informazione All Africa, la Nigeria è l’unico Paese dell’Africa subsahariana ad aver approvato norme di maggior tutela nei riguardi di persone che convivono con un disturbo della salute mentale.

Persiste comunque il timore che questo provvedimento resti solamente sulla carta, incagliandosi sui limiti materiali e culturali del diritto alla salute mentale nel paese: dalla carenza di risorse finanziarie ai tabù che ostacolano il riconoscimento dei disagi mentali. Ancora oggi, infatti, chi tenta il suicidio si fa almeno un anno di carcere. Così testimonia la scrittrice e dottoressa Muymunah Kadiri ricordando la vicenda del 20enne Ifeanyi Ugokwe che nel 2017, dopo aver tentato il suicidio, è stato detenuto per settimane in carcere.

Il passaggio dalla legge sulla “follia” alla legge sulla salute mentale, in Nigeria, è un risultato lodevole. Tuttavia, è fondamentale che tutte le parti interessate lavorino insieme per creare un ambiente di sostegno per le persone affette da malattie mentali e garantire che ricevano cure e trattamenti adeguati. Ciò richiederà un approccio globale che preveda la collaborazione di tutti, del Governo, delle associazioni e di tutti i cittadini.

Con uno sforzo collettivo, la Nigeria può compiere progressi significativi nell’affrontare le esigenze delle persone affette da disturbi mentali e nel promuovere i loro diritti e il loro benessere.

Articolo di Arianna
per il progetto “Attivismo Digitale”

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