L’estate è ormai finita e molti hanno vissuto il ritorno alla routine lavorativa o scolastica.
Non sempre, però, questo passaggio avviene serenamente: per tante persone si manifesta un vero e proprio disagio, del tutto normale e comune. È normale provare ansia, pensando agli impegni e alle scadenze che ci attendono, così come è naturale sentire malinconia per i bei momenti trascorsi durante le vacanze, ricchi di spensieratezza e libertà.
Questo cosiddetto disagio post-vacanze, spesso percepito come uno stato d’animo da superare il più in fretta possibile, può in realtà rappresentare un segnale importante che la nostra mente e il nostro corpo ci inviano.
Perché succede?
La causa principale di questo malessere può risiedere nel forte contrasto tra due realtà opposte: da un lato la libertà delle vacanze, con i suoi ritmi lenti, il tempo per sé stessi e la possibilità di dedicarsi a ciò che si ama; dall’altro la rigidità della routine quotidiana, fatta di orari serrati, responsabilità, impegni e scadenze. Questo sbalzo improvviso può generare spossatezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione e una sensazione di oppressione.
Ascoltare i segnali
Quando accade, e questi stati d’animo si prolungano, è fondamentale fermarsi e ascoltarsi per capire da dove derivano le proprie emozioni. Forse, qualcosa non sta andando nel verso giusto. Ansia, apatia o persino depressione non sono sempre “nemici da combattere”, ma talvolta possono fungere da campanelli d’allarme che indicano un disallineamento tra ciò che viviamo e ciò di cui abbiamo realmente bisogno. E’ utile quindi chiedersi: “Cosa mi sta dicendo questo malessere? Quali aspetti della mia vita non mi soddisfano davvero?”.
Trasformare il disagio in opportunità
Nella maggior parte dei casi, il malessere post-vacanza è passeggero e destinato a svanire nel giro di pochi giorni o settimane. In questi casi, la strategia migliore è trasformare gli insegnamenti delle vacanze in nuove abitudini da inserire nella quotidianità: fare più movimento, passare più tempo nella natura, coltivare un hobby, concedersi momenti di qualità con le persone care. Anche piccoli gesti quotidiani possono migliorare l’umore e alleggerire il peso delle responsabilità.
In altri casi, invece, la vacanza si rivela come uno specchio che riflette ciò che manca nella nostra vita di tutti i giorni per poter essere pienamente soddisfacente. Proprio grazie al distacco dai ritmi abituali, emergono consapevolezze che altrimenti resterebbero sommerse, permettendo di conoscersi meglio: possibile insoddisfazione lavorativa, relazioni poco appaganti, scarsa cura di sé. In questo senso, il disagio non va visto come la fine dell’estate, ma come l’inizio di un percorso di riflessione e crescita personale.
Una nuova prospettiva
Il disagio provato al rientro dalle vacanze non va inteso quindi come segno di debolezza. Tutto ciò che proviamo ha infatti un significato profondo, che va accolto e capito. Può quindi diventare un’occasione preziosa per ridefinire le proprie priorità, riconnettersi con ciò che conta davvero e creare un equilibrio più sano tra doveri e desideri. Una consapevolezza che ci orienta verso una vita più appagante, in cui non si vive soltanto aspettando le vacanze, ma si impara a portare un po’ di quella leggerezza e gioia anche nella routine di ogni giorno.
Fonti:
– Cátia Sousa & Gabriela Gonçalves (2021) Back to work bang! Difficulties, emotions and adjustment strategies when returning to work after a vacation, The International Journal of Human Resource Management, 32:10, 2242-2263, DOI: 10.1080/09585192.2019.1602784
Articolo di Roberta Maria Serra e illustrazione di Noemi Monti,
dal progetto di Attivismo Digitale.