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Itaca blog
09 Gennaio 2025

Disturbo dell’adattamento

I disturbi dell’adattamento sono stati per molto tempo sottovalutati e sottostimati, confusi con disturbi d’ansia o depressione. In realtà, la maggior parte dei casi diagnosticati come disturbi depressivi o d’ansia rappresentano dei disturbi dell’adattamento, in cui l’ansia e gli stati depressivi ne sono sintomi.

Questi disturbi portano quindi una serie di sintomi in risposta a uno o più fattori di stress identificabili. Gli stimoli possono essere prolungati nel tempo, determinando cambiamenti importanti nella persona.

I disturbi dell’adattamento rappresentano circa tra il 5 e il 20% delle visite ambulatoriali, sono quindi epidemiologicamente ben rappresentati; risultano più comuni nell’età adolescenziale, ma possono manifestarsi a tutte le età.

Cause e sintomi

Attraversare eventi significativi come problemi personali, il divorzio dei genitori, prendersi cura di un membro della famiglia con disabilità, problemi finanziari o sentimentali, affrontare cambiamenti importanti come il diventare genitori, possono essere possibili fattori scatenanti il disturbo.

I disturbi dell’adattamento si manifestano secondo diverse varianti:
• con ansia
• con umore depresso
• con ansia e umore depresso misti
• con alterazioni della condotta

In genere l’individuo sviluppa i sintomi in un periodo che può variare da qualche giorno a 3 mesi dall’insorgenza dell’evento, compromettendo la vita personale e lavorativa della persona in quanto la sofferenza è marcata e sproporzionata rispetto all’evento scatenante.

Fattori di rischio

Contribuiscono alla sua insorgenza alcuni fattori predisponenti, come l’abilità del soggetto di fronteggiare cambiamenti stressanti che fanno parte della vita, la resilienza, la capacità di coping e il contesto socioculturale del paziente, che può essere caratterizzato da più o meno supporto e comprensione.

Nella persona che soffre di questo disturbo, vi è un atteggiamento di indisponibilità all’accettazione e una ridotta abilità di coping, inteso come scarso senso di autoefficacia, bassa autostima, pessimismo. Potrebbe completare il profilo una scarsa resilienza, intesa come una mentalità rigida e inflessibile e quindi disfunzionale, poiché non permette di adattarsi ai cambiamenti che la vita pone di fronte al proprio cammino.

In questo caso rientrano tutte le credenze riguardo le proprie capacità di fronteggiare l’evento stressante, come la convinzione che gli eventi siano poco controllabili, il valutare l’evento come al di là delle proprie possibilità poiché non si pensa di avere i mezzi per fronteggiarlo, oltre che alla credenza di non avere un supporto emotivo esterno, magari da parte della famiglia o degli amici, o economico.

Supporto psicologico e farmacologico

Non vi sono terapie farmacologiche specifiche per il trattamento del disturbo dell’adattamento. I farmaci, qualora il medico psichiatra ritenga giusto prescriverli, hanno lo scopo di attenuare il quadro sintomatologico. Possono essere prescritte benzodiazepine per l’ansia (per un periodo ridotto e solo nelle fasi acute, per non aumentare il rischio di dipendenza) e alcune categorie di antidepressivi.
È sicuramente necessaria una terapia psicologica, che mira a rafforzare il senso di autoefficacia, e quindi potenziare le abilità di coping, nonché la propria capacità di fronteggiare i problemi. La terapia ha anche lo scopo di rilevare i meccanismi cognitivi e interpersonali che mantengono vivo il problema, con l’obiettivo di modificarli. Lavorare sul realismo, promuovendo l’accettazione dell’evento per ridurre il senso di frustrazione e impotenza. Infine, riflettere sui valori personali del paziente, sui suoi obiettivi e sul suo impegno costruttivo, può aiutarlo a trovare un nuovo equilibrio.
In associazione alla psicoterapia, può essere di aiuto cambiare il proprio stile di vita. Prendersi cura di sé migliorando le proprie abitudini, come fare esercizio fisico e seguire un’alimentazione bilanciata, possono far acquisire un maggior senso di sé e maggiore sicurezza.
Nonostante l’alta incidenza del disturbo, le ricerche attualmente disponibili indicano poca disponibilità di studi clinici sull’efficacia specifica delle diverse opzioni terapeutiche per il disturbo dell’adattamento. Questo sottolinea l’importanza di personalizzare l’intervento, tenendo conto delle caratteristiche individuali del paziente e delle evidenze disponibili.

Articolo realizzato da Roberta Maria Serra
per il progetto “Attivismo Digitale”

Fonti:
• https://www.msdmanuals.com/it/professionale/disturbi-psichiatrici/ansia-e-disturbi-correlati-allo-stress/disturbi-da-adattamento
• Maria Assunta Carati e Gian Luigi Dell’Erba, “I disturbi dell’adattamento: un modello di concettualizzazione”, Cognitivismo Clinico (2014) 11, 2, 207-226. https://www.fioriti.it/riviste/pdf/2/5Caratiweb.pdf
• https://medlineplus.gov/ency/article/000932.htm