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Itaca blog
18 Settembre 2024

Non sai mai quando finirà, ma finirà.

Arrivò la sera e andai a letto senza mangiare. Dopo un po’ fissai il soffitto e mi misi a fare pensieri profondi, sulla vita e sulla morte. Sentii che il mio cuore accelerava. “Oddio mi sta venendo un infarto” pensai. Iniziò a mancarmi il fiato, a sudare freddo. Andai in camera dei miei agitatissima. Tachicardia. Non mi calmavo, era un incubo, mi sentivo soffocare. Mia madre mi disse che era solo agitazione e che sarebbe passato, che era solo un attacco di panico. Non avevo idea di che cosa fosse un attacco di panico, ma in qualche modo mi tranquillizzai e riuscii ad addormentarmi.

L’indomani aprii gli occhi e mi sentii senza forze. Ricordo bene quella mattina. Sembrava che niente avesse più un senso: affrontare la giornata, andare a scuola, uscire con le mie amiche. La domanda che mi tormentava era: “Ma che senso ha vivere se poi dobbiamo morire?”. Panico. Come avevo potuto formulare un pensiero del genere? Nonostante tutti quei brutti pensieri, l’attacco di panico e questa nube oscura che mi calò davanti senza un apparente motivo, mi alzai dal letto e andai a scuola.

Fu una mattinata terribile, entravo e uscivo dalla classe ogni dieci minuti. Mi mancava l’aria. Avevo un’interrogazione quel giorno, avrei volevo prendere un bel voto, ma non me ne fregava più niente. Il mio unico pensiero era di uscire a prendere una boccata d’aria. La professoressa di italiano capì e lasciò in sospeso l’interrogazione. Uscì con me e mi chiese cosa stesse succedendo, la mia risposta fu: “Che cazzo ne so, forse sto morendo prof”. Non so come, ma in qualche modo riuscì a tirarmi fuori qualche parola. Le raccontai della sera prima. Le sue parole furono rassicuranti: “Desiree è temporaneo, passa, devi avere pazienza, adesso avrai il terrore che possa ritornare, ma devi andare avanti. Io ti consiglierei di andare a parlare con lo psicologo della scuola”.

Oggi come oggi avrei accettato volentieri questo consiglio, ma allora mi sentivo una pazza. Ora penso che la psicoterapia possa aiutare molto a superare i traumi. La mia psicologa dottoressa M, mi sta aiutando molto con il mio disturbo, abbiamo lavorato per oltre un anno, sia per avere una diagnosi, sia per scavare nel mio passato. Gli attacchi di panico e la depressione ti logorano dentro. Ti tolgono la vita e il respiro e ci vuole molta pazienza a recuperare tutto. È come una maratona senza meta. Non sai mai quando finirà, ma finirà. Eccome se finirà.

Non siamo pazzi siamo solo persone sensibili che vivono in un mondo che va a 100 all’ora e non dà importanza alle piccole cose. Per noi le piccole cose sono molto importanti: una carezza, il vento sul viso, sentire la musica, che è diverso da ascoltare, il sole che ti sveglia sono tutto cose a cui noi facciamo caso più degli altri. Non siamo imperfetti, siamo unici.

Articolo di Desiree
per il progetto “Attivismo Digitale”

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