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Itaca blog
10 Settembre 2024

Quando la musica si spegne: l’ombra dietro ai riflettori

“In Loving Memory of Tim Bergling”. La scritta dorata risplende sulla Library, uno dei palchi più iconici del panorama musicale EDM, allestito in Belgio in occasione del festival Tomorrowland. Con le mani al cielo e i bassi che rimbombano nelle orecchie, una folla festante guarda lo stage. Tra i ragazzi pieni di vita, che si scatenano a suon di musica, ci sono anch’io. Nonostante l’atmosfera gioiosa, quando fisso il palco una morsa mi stringe lo stomaco; volgo lo sguardo alle stelle, le mie braccia si ricoprono di pelle d’oca e il mio animo si rabbuia.

Tim Bergling, il DJ svedese conosciuto con il nome d’arte di AVICII, si è tolto la vita nel 2018. “Era un perfezionista – si legge nella lettera pubblicata dalla famiglia dopo la sua morte – ha viaggiato e lavorato duramente a un ritmo che lo ha portato a uno stress estremo. Non poteva più andare avanti. Voleva trovare pace. Tim non era fatto per quella macchina da business nella quale si è trovato coinvolto; era un ragazzo sensibile che amava i suoi fan ma evitava la ribalta”.

AVICII, con la sua musica, ha scalato rapidamente le classifiche internazionali, facendosi conoscere e apprezzare in tutto il mondo. La sua frenetica carriera è iniziata a soli 16 anni. La sua storia ha contribuito a far luce su una problematica che affligge ancora oggi l’industria musicale.

Secondo un’indagine condotta nel 2019 da Record Union su 1.489 musicisti indipendenti, il 73% di loro ha sperimentato problemi come stress, ansia e depressione, mentre il 33% ha sofferto di attacchi di panico. Un altro studio condotto dall’Università di Westminster su oltre 2.000 musicisti e artisti ha rivelato che il 69% ha sofferto di depressione e il 71% ha affrontato ansia e attacchi di panico. Questi dati svelano la realtà che molti artisti vivono dietro le quinte, quando la musica si spegne.

La pressione per esibirsi, l’assenza di confini tra lavoro e vita privata, l’insicurezza finanziaria, specialmente agli esordi, e la mancanza di riconoscimento sociale per la loro professione sono solo alcune delle sfide che gli artisti devono affrontare lungo il percorso della loro carriera. Il costante confronto con i colleghi e la pressione per mantenere il passo con gli altri possono portare gli artisti a fissare obiettivi irrealistici, generando una spirale negativa di autocommiserazione e insicurezza, tendenza amplificata anche dai social media. La natura freelance del settore musicale può costringere gli artisti a lavorare anche quando sono malati o infortunati, aumentando ulteriormente i livelli di stress e ansia. L’uso e l’abuso di alcol e droghe per gestire i ritmi frenetici sono diffusi e spesso possono sfociare in dipendenze.

Altre sfide significative includono la solitudine dovuta ai continui spostamenti. Mantenere relazioni diventa complicato quando ci si sposta incessantemente da una città all’altra o da un Paese all’altro. Ci si può sentire lontani dagli amici e dalla famiglia, i quali potrebbero non comprendere la scelta di intraprendere questa carriera professionale. Inoltre, può esserci una profonda discrepanza tra l’immagine pubblica degli artisti e la loro vera identità. L’industria musicale spesso promuove modelli di successo irraggiungibili, creando un divario tra la persona che il pubblico vede e quella che l’artista è veramente. Questa scissione può causare gravi disagi psicologici, portando gli artisti a sentirsi intrappolati in un ciclo di aspettative irrealistiche che generano una lotta interna.

Tra le problematiche diffuse nel mondo dello spettacolo figurano poi stereotipi, discriminazioni, sessismo, abusi, con cui specialmente le donne – ma non solo – si trovano a confrontarsi e che impattano fortemente sulla salute mentale.

L’industria musicale non è solo glitter e glamour; esiste un lato oscuro che richiede la giusta attenzione. Lo dimostrano anche le recenti pause di Stromae e di Lewis Capaldi. Stromae ha parlato apertamente in diverse occasioni dei suoi momenti di rottura e cedimento, che lo hanno portato ad annunciare il suo stop nel mese di aprile. “Devo accettare il fatto che la mia salute non mi consente di continuare a incontrarvi in questo momento. Condivido con voi queste novità con rimpianto e tristezza, ma devo ascoltare i miei limiti. Circondato dalla mia famiglia, devo prendere il tempo per ristabilirmi e riprendere, quando potrò, i concerti. Spero di darvi buone notizie al più presto. Non vedo l’ora di ritrovarvi e portare a termine questa tournée, circondato dall’equipe che mi ha accompagnato in tutti questi anni. Prendetevi cura di voi”. Il cantante con il brano “L’Enfer”, che affronta il tema dei pensieri suicidi, aveva già incentivato molti ragazzi ad affrontare i loro disagi e a rivolgersi a centri specializzati.

Anche Capaldi ha annunciato la necessità di prendersi una pausa il 27 giugno 2023. I problemi legati ad aspettative e ansie sarebbero iniziati dopo il successo globale del suo disco di debutto “Divinely Uninspired To A Hellish Extent”. Affetto da disturbi d’ansia, sindrome dell’impostore e sindrome di Tourette, Capaldi ha rivelato come i suoi problemi di salute mentale abbiano influenzato la sua capacità di creare musica. “Sto ancora imparando ad adattarmi all’impatto della mia Tourette”, ha scritto il cantante in un post pubblicato sul suo account Instagram. “È diventato evidente che devo dedicare molto più tempo alla mia salute mentale e fisica, in modo da poter continuare a fare tutto ciò che amo per molto tempo a venire. So di essere incredibilmente fortunato a potermi prendere un po’ di tempo quando altri non possono farlo e vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici, il team, i medici professionisti e tutti voi che mi avete sostenuto in ogni momento della mia vita, nei momenti belli e ancora di più in quest’ultimo anno, in cui ne ho avuto più che mai bisogno. (…) Suonare per voi ogni sera è tutto ciò che ho sempre sognato quindi questa è stata la decisione più difficile della mia vita. Tornerò il prima possibile”.

Dopo la morte di AVICII, è stata fondata la Tim Bergling Foundation, un’organizzazione creata dalla sua famiglia con l’obiettivo di rimuovere lo stigma legato al suicidio e promuovere la consapevolezza dell’importanza della salute mentale.

È cruciale che l’industria musicale adotti misure concrete per proteggere la salute mentale degli artisti. Creare consapevolezza è il primo passo, seguito da un sostegno psicologico adeguato. Implementare programmi di supporto psicologico per gli artisti è essenziale, offrendo loro un ambiente sicuro dove essere sé stessi senza paura di giudizi. Inoltre, è fondamentale educare il pubblico sulle pressioni affrontate dagli artisti, promuovendo una cultura di rispetto e comprensione. Il mondo della musica può essere affascinante e ricco di opportunità, ma è anche un luogo dove la pressione e lo stress possono diventare schiaccianti. La musica porta gioia e ispirazione a molti; è importante che possa continuare a farlo non solo per il pubblico, ma anche per coloro che la creano, proteggendo la salute mentale degli artisti e permettendo loro di brillare senza essere oscurati dalle ombre dei riflettori.

Articolo di Eleonora
per il progetto “Attivismo Digitale”

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