
Mi piace guardare le persone intorno a me. Mi piace guardare una donna che ha uno stile definito, che la rende unica davanti ad altre. Il loro stile, le movenze, come usano il loro tono di voce, insomma mi piace prendere ispirazione dalle donne che mi affascinano. Quello che però mi fa riflettere è come sia difficile, nell’era moderna, trovare una ragazza o una giovane donna che abbiano chiara la propria identità. Allora mi domando: sono loro a non aver più voglia di distinguersi o è la nostra società che ti porta ad un’omologazione sociale? Sicuramente l’uso oramai assiduo dei vari social media che sponsorizzano quotidianamente i trend del momento fa sì che molte ragazze seguano tutte le stesso stile, però credo che “dare la colpa” ai social sia solo una scorciatoia, la vera fonte di partenza per l’evolversi di questa situazione dove si cela? Forse è la comunità moderna che ci porta ad un’omologazione sociale? Ci sono trend che cambiano di mese in mese, mode talmente stravaganti che, anche se tali, vengono seguite e portate avanti da milioni di persone solo perché l’influencer del momento lo fa.
Oramai il nostro mondo cambia in maniera così rapida che mi sembra di essere dentro ad un’enorme lavatrice, tutto gira inesorabilmente senza riuscire a fermarci. E la società dov’è? Certo vediamo molte pubblicità inclusive ma poi, penso, perché allora si enfatizza la normalità come qualcosa uguale per tutti? Perché l’essere diversi è ancora una fonte di discriminazione silenziosa? Se mi soffermo su questi pensieri, ne esce un altro: abbiamo veramente fatto passi avanti per far sentire il vero senso di inclusività, soprattutto tra i giovani, sempre più sotto il controllo del loro telefono come se fosse la maga Circe del nuovo millennio? Veniamo bombardati da fisici apparentemente perfetti, l’esteriorità è diventata più importante dell’interiorità, non seguiamo più i nostri pensieri, quello che proviamo o amiamo. Stiamo diventando tutti uguali, senza alcun segno di personalità, ma tutto questo viene fatto perché ci rende felici oppure ci sentiamo in dovere di seguirli per non essere emarginati dai nostri coetanei portandoci quindi ad un profondo senso di infelicità sociale?
Io ho sempre vissuto la mia diversità fisica rispetto alle mie compagne di scuola o, da grande, guardandomi intorno o nei social media, come una pesante zavorra da portarmi dietro. Formosa, capelli scuri e indomabili, folte sopracciglia e ovviamente i peli, il tabù per eccellenza. Mi sono trovata sempre in lotta con me stessa, con quello che ero e sono. Ero sempre a rincorrere la parte migliore di me, senza però accettarmi mai veramente. Solo da adulta ho capito che era qualcosa che mi divorava dentro. Seguivo i gusti degli altri solo perché volevo essere come loro, bella e sicura come loro, però poi mi guardavo allo specchio alla sera, struccata e priva di ogni elemento che mi facesse da maschera, e sentivo che quello che provavo e vedevo tutto il giorno non era qualcosa che amavo, mi faceva soffrire come una spina che ogni giorno diventava sempre più grande e dolorosa. Con l’aiuto della psicoterapia sto lavorando su me stessa per far quietare questo continuo pensiero autodistruttivo.
Però quello che percepisco oggi è che i ragazzi di oggi, parlo specialmente a quelli che si trovano in questa situazione, rischiano di essere bullizzati o non presi seriamente, la loro fragilità prende il sopravvento, non vedono via d’uscita, e si convincono che nulla ha più senso. Ti dicono di essere diversa dalla massa ma alla fine, tutto quello che vediamo, sono persone tutte uguali. Forse una volta tutto veniva minimizzato e andava avanti in sordina mentre oggi invece, tutto è sempre sotto il controllo dello specchio e dello schermo del loro telefono. Una persona che è diversa dallo standard sociale si sentirà sempre inadeguata in questa società. Vorrei dire a tutti quei ragazzi che vanno bene così, non avranno l’ultimo vestito alla moda, non seguiranno magari i trend del momento e allora!? Che importa? Sarai unico a questo mondo, e questa tua unicità serve. Come una foglia di un albero: sembrano tutte uguali all’apparenza ma ogni foglia è diversa da un’altra ed è così che si forma una meraviglia della natura. Vorrei chiudere con una richiesta: insegniamo ai nostri figli ad accettare veramente il diverso, diciamo loro che ognuno di noi è unico a questo mondo, ed è una cosa bellissima. Vorrei che iniziassero ad insegnare il rispetto per l’altro, anche se diverso da noi e a loro, così speciali, di lottare sempre per la loro unicità.
Articolo di Susanna Albanese,
dal progetto di Attivismo Digitale.