Non sono trascorsi nemmeno due anni da quando Progetto Itaca ha aperto la sede della sua fondazione a Bari, per promuovere anche nel nostro territorio programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie. In quel contesto, come BPPB, banca del territorio, per il territorio, siamo stati tra i primi a sostenere l’apertura dell’associazione barese di Progetto Itaca, organizzazione da sempre impegnata a diffondere una giusta conoscenza della malattia; informare la società tutta sulla necessità di un’attenta opera di prevenzione per orientare ad una corretta diagnosi e alla cura tempestiva; sostenere i malati e le loro famiglie nel percorso di recupero del benessere e della pienezza di vita.
2. Può raccontarci la collaborazione con Progetto Itaca?
Negli ultimi anni, a causa della pandemia, delle relative e necessarie misure di contenimento che abbiamo tutti vissuto in quel periodo, sono, purtroppo, aumentati i casi di persone affette da disturbi mentali, in particolare tra i più giovani.
È un numero che continua a crescere ed è dunque sempre più importante sostenere la Fondazione.
Come Banca cerchiamo di sensibilizzare tutti su questo argomento così importante e delicato al tempo stesso. E come prima occasione per farlo abbiamo scelto la nostra Assemblea dei Soci, dove alcuni volontari dell’associazione barese hanno presentato la loro realtà e l’attività svolta a tutti i numerosi soci e colleghi presenti all’evento.
Ma non solo, dallo scorso novembre in alcune nostre filiali è stata avviata una raccolta fondi a favore di Progetto Itaca. Tale iniziativa ha ottenuto un riscontro estremamente positivo non solo da parte dei nostri clienti ma anche dei nostri dipendenti che hanno partecipato attivamente al progetto.
3. Perché la salute mentale è importante per la BPPB?
Purtroppo, è ormai noto che le persone con problemi di salute mentale e disabilità psicosociali sperimentano una ridotta aspettativa di vita rispetto alla popolazione. Prendere consapevolezza di questo dato può essere la chiave vincente per attivare un’informazione collettiva che possa abbattere lo stigma di questo problema.
La salute mentale è un argomento ancora troppo sottovalutato. La Banca, pertanto, vuole essere promotrice di questa cultura di informazione, anche per incentivare un attivismo sociale a supporto delle persone che per sfortuna sono colpite da tali patologie.
4. Quanto è importante il benessere psicofisico in un ambiente lavorativo?
Tanto. Il benessere organizzativo di un’azienda è imprescindibile dal benessere dei suoi lavoratori.
Quando i dipendenti godono di una buona salute mentale, è più probabile che siano soddisfatti, impegnati e motivati, con conseguente miglioramento della qualità della vita. È dimostrato infatti che il benessere psicologico ha un impatto diretto sulle prestazioni lavorative. Se si sta bene e ci si trova nelle migliori condizioni, è più facile avere una buona performance e raggiungere gli obiettivi.
È a questo livello che si innesta un circolo virtuoso: è infatti interesse dell’azienda preservare il benessere psicologico delle sue persone, non solo per l’impatto e lo scopo etico più alto, ma anche per un tema di produttività e di efficienza.
Egoris nasce dalla volontà di esprimere, di creare un progetto che fosse veramente mio a 360 gradi. Volevo che il brand rispecchiasse non solamente una serie di prodotti, ma anche il saper fare artigianale made in Italy, un patrimonio immateriale che solo un paese come il nostro può vantare. Sicuramente l’influenza dei miei nonni ha avuto un ruolo fondamentale: loro che avevano, nei primi anni ’50, una sartoria vicino Milano che, oltre ai molti capi prodotti, confezionava anche abiti sartoriali su misura per i facoltosi visitatori del Teatro Alla Scala.
Egoris oggi è un progetto nuovo, appena nato, che punta alla qualità, all’inclusione di tutti e alla cura meticolosa dei materiali.
2. Perché avete a cuore il tema della salute mentale?
Da prima che iniziassi il progetto, ho avuto numerosi cambiamenti nella mia vita personale che hanno un po’ cambiato il mio modo di pensare e rimodulato le mie priorità. Andare a vivere da solo, aprirmi a nuove avventure, uscire dalla zona di comfort, sono tutti step fondamentali per crescere ma che, molto spesso, ti lasciano delle insicurezze e delle paure che non avevi mai conosciuto prima.
Uscire dai “binari” di un lavoro canonico per avviare un progetto nuovo, aveva creato in me molta ansia e pressione che ho subito cercato di comprendere e curare grazie a un percorso di terapia. Dopo i primi momenti di incertezze e diffidenza, mi sono reso conto dell’importanza di questo percorso, per ognuno di noi. Proprio per questo motivo, volevo che il benessere mentale di cui mi stavo prendendo cura, fosse il più possibile accessibile e fruibile anche ad altri.
3. Come avete conosciuto Progetto Itaca?
Ho conosciuto Progetto Itaca grazie a una mia conoscenza che, studiando nell’ambito sanitario a Milano, mi aveva parlato bene dei progetti e della missione che guidava la Fondazione.
Da subito, senza pensarci troppo, ho contattato Lorenzo che si è mostrato subito disponibile e contento di conoscerci. Durante la call ho avuto modo di confrontarmi con lui in merito ai diversi ambiti d’intervento della Fondazione e, inoltre, mi rendevo sempre più conto che lo scopo che volevo perseguire era esattamente quello: distaccarmi dal brand come pura apparenza, ma piuttosto costruire un aiuto concreto a una realtà virtuosa che sentivo sempre più vicina.
4. In cosa consiste la collaborazione?
Da sempre sentiamo ripetere come “il bene deve essere fatto in silenzio” ma, nonostante ciò, dentro di me pensavo che se, in qualche modo, il mio progetto fosse stato in grado di aiutare anche solo un ragazzo in difficoltà, mi sarei sentito realizzato e orgoglioso di tutto il percorso fatto negli ultimi mesi.
Per la nostra prima campagna ‘Holiday Season’, devolveremo il 5% di ogni acquisto sul nostro store a Fondazione Progetto Itaca, sperando che in futuro si possa continuare su questa strada e avviare dei progetti nuovi e sempre più inclusivi e a supporto delle persone.
Dopo i primi 5 episodi usciti in primavera, torna la serie podcast “Quando meno te lo aspetti”, per dar voce a giovani che convivono con un disturbo della Salute Mentale, realizzata da Radio 24 in collaborazione con Progetto Itaca e a firma di Nicoletta Carbone, giornalista, conduttrice e autrice di Obiettivo Salute.
Il podcast è un viaggio nel disagio psichico giovanile raccontato dai protagonisti di queste storie di sofferenza ma anche di grande coraggio. Storie di giovani che vogliono abbattere il muro del pregiudizio e della paura che avvolge la Salute Mentale e che, per questo, spesso partecipano al progetto di Attivismo Digitale scrivendo per Itaca Blog.
Purtroppo il disagio psichico giovanile è in continua crescita in Italia e nel mondo. Si parla di 89 milioni di ragazzi e 77 milioni di ragazze tra i 10 e i 19 anni (Rapporto UNICEF) che in questi ultimi anni, a causa delle limitazioni riguardanti le relazioni sociali per la pandemia, vivono e hanno vissuto un disorientamento psichico: negli adolescenti i disturbi più frequenti sono la sensazione di mancanza d’aria, problemi di ansia, di sonno, la depressione, di episodi di rabbia. In Italia secondo l’indagine commissionata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP\2021), i 5.621 psicologi presi in esame riportano un incremento del 31% dei pazienti in terapia con meno di 18 anni. Tra loro 1 su 2 vive un disagio psicologico e 1 su 10 manifesta un disturbo.
“Questo podcast vuole essere l’occasione per fare luce sul disagio psicologico giovanile – che i numeri ci dicono essere in crescita – ma è anche un’opportunità per trovare le parole e i modi per raccontarlo e descriverlo. Ancora troppo spesso chi affronta una fragilità psichica si trova a dover fare i conti con lo stigma che la nostra società costruisce intorno al malessere della mente. Dal buio, però, si può uscire, le soluzioni ci sono: basta trovare il coraggio per andare oltre i pregiudizi, per condividere la propria sofferenza e chiedere aiuto. E questo vale per i ragazzi ma anche per le famiglie che vivono loro accanto. – sostiene Nicoletta Carbone, conduttrice di obiettivo salute su Radio 24 – È importante che sappiano di non essere soli nell’affrontare questa sfida”.
“Quando meno te lo aspetti è un percorso narrativo importante per Progetto Itaca,- commenta Francesco Baglioni, Direttore di Progetto Itaca – perché racconta come l’esperienza del disturbo negli adolescenti e giovani adulti si manifesta negli aspetti più quotidiani e normali della vita dei ragazzi e può prendere forme diverse, spesso non immediatamente riconducibili a un disturbo mentale. Un racconto oggi attuale e speriamo utile per le famiglie e i giovani. Il tempo dell’uscita dalla pandemia è infatti segnato, per molti, dalla difficoltà a tornare a desiderare l’incontro con l’altro e dalla tendenza a cercare sicurezza nell’isolamento, fisico o relazionale, e in rapporti sempre più mediati dalla tecnologia. ‘A volte io ho paura di voi più che della solitudine’ recita una canzone di Samuele Bersani di qualche tempo fa. Parole attualissime che descrivono come l’isolamento, non solo fisico, può essere vissuto come un rifugio sicuro, ma diventa con il tempo condizione favorevole all’insorgere di veri e propri disturbi della psiche. I podcast raccontano con la voce dei protagonisti la vita vissuta con la fragilità psichica come compagna.”
Per l’ascolto:
https://www.radio24.ilsole24ore.com/podcast-originali/quando-meno-te-lo-aspetti
Partendo da “Quando meno te lo aspetti”, la serie di podcast sul disagio psicologico giovanile realizzata in collaborazione con Radio 24 – e in concomitanza con la presentazione della seconda stagione – Progetto Itaca vuole offrire una riflessione sui delicati e complessi meccanismi che si attivano in una famiglia all’insorgere di un disturbo della salute mentale, con l’obiettivo di fornire strumenti utili ai caregiver per affrontare timori e difficoltà.
All’evento, che si inserisce all’interno del programma Milano4mentalhealth promosso dal Comune, parteciperanno:
L’incontro sarà moderato da Antonella Galli, giornalista e volontaria di Progetto Itaca.
I posti sono limitati ed è richiesta la registrazione all’evento.
Ti aspettiamo!