20 Luglio 2021

“Avete mai avuto uno di quei pensieri tanto inquietanti da dire: Ca**o e questo da dove è uscito? Un pensiero del tutto inopportuno e scioccante tipo immaginare il vostro capo nudo, o prendere a pugni una vecchia per strada o saltare da un treno in corsa…
chi li fa di solito riesce facilmente a ignorarli perché è perfettamente consapevole di non voler davvero fare certe cose, ma che succede se la parte del cervello che si occupa di eliminare quei pensieri non fa il suo lavoro?
Cosa succede se questi pensieri sono così frequenti da diventare una vera e propria sfida per la tua coscienza tanto da non sapere più chi sei?”


Cosi viene introdotta “Pure” la serie inglese su RaiPlay, tratta dal libro di Rose Cartwright che racconta la storia di una ragazza che soffre di un disturbo ossessivo compulsivo. La protagonista, Marnie, è una ventiquattrenne che in adolescenza inizia ad avere forti pensieri ossessivi che riguardano la sfera sessuale; continue immagini intrusive che sanno scatenarle un forte stato d’ansia e continui dubbi sulla sua persona.
Ciò che colpisce maggiormente è il realismo con il quale vengono messi in scena i momenti in cui la ragazza ha delle forti immagini intrusive: la sua espressione, le domande che si pone, il modo in cui il doc la manipola e la porta dove vuole lui.

Marnie scappa a Londra alla ricerca di se stessa e della soluzione, ma in realtà la risposta è dentro di sé: si chiama disturbo ossessivo compulsivo e lei non ne ha mai sentito parlare sino a che un ragazzo di nome Charlie, del gruppo di sostegno, non pronuncia la sigla DOC.
Pure” ci mostra la vita di un ossessivo compulsivo, le sfide, la vergogna, il tabù: che siano sul sesso, sulla morte, sul controllo, parliamo sempre di ossessioni e forse per la prima volta, le troviamo rappresentate per ciò che sono davvero.

Il bello di Marnie è che non si vergogna e, nel bene e nel male, è se stessa, trovando cosi persone con cui condividere la vita. Charlie è una presenza di sottofondo, c’è ma non c’è: Marnie esplora, sbaglia, litiga e ferisce tutti ma poi sa tornare sui suoi passi, grazie al rapporto speciale con Charlie, che si, la sa capire ma forse si tratta anche solo semplicemente di amare.
Non possiamo pensare che tutti ci capiranno o accetteranno, neanche chi ha in comune con noi il doc, possiamo però credere che esistano l’amicizia e l’amore, al di là delle similitudini e diversità mentali, ed è questo che conta.

Finalmente arriva su una piattaforma come RaiPlay, una serie che affronta il tema della salute mentale con una nuova narrazione, contro lo stigma e gli stereotipi: infatti non abbiamo il classico esempio di persona ossessivo compulsiva che si lava in continuazione o che viene rappresentata come perfezionista; abbiamo un punto di vista diverso che mostra quanto il doc può in realtà essere complesso. “Pureci aiuta a non vergognarci, perché le immagini intrusive di Marnie sono forti, provocatorie, non lasciano spazio al classico detto “quello che accade a me è peggio” e vuole trasmettere il messaggio che se ne può parlare, che è normale andare in terapia, che esistono i gruppi di sostegno, e che si può vivere.

Articolo realizzato da Fiore_daparete
per il progetto “Attivismo Digitale