18 Gennaio 2024

Numerosi studi hanno segnalato le conseguenze negative di una frequentazione assidua e prolungata dei social media, principalmente tra gli adolescenti, ma anche tra gli over 50. La paura di essere tagliati fuori (FOMO, fear of missing out), il sentirsi inadeguati nei confronti delle vite sorridenti e brillanti degli influencers possono provocare ansia e depressione. Molta meno attenzione è stata dedicata alla possibilità che possano svolgere una funzione positiva sul benessere mentale. Lo studio di Bekalu MA, McCloud RF, Viswanath K. “Association of Social Media Use With Social Well-Being, Positive Mental Health, and Self-Rated Health: Disentangling Routine Use From Emotional Connection to Use”. Health Education & Behavior. 2019;46(2_suppl):69S-80S. doi:10.1177/1090198119863768 ha evidenziato, con riferimento al benessere sociale, alla salute mentale e al sentirsi bene, che esiste un uso sano e uno problematico dei social.

La frequentazione, anche quotidiana e la risposta ai contenuti condivisi da altri è associata positivamente alle tre dimensioni della salute sopra individuate. Un effetto negativo si produce invece quando si instaura una dipendenza emotiva che induce a controllare spesso le app per paura di perdere qualcosa, di essere tagliati fuori dagli amici etc. L’utilizzo consapevole dei social può quindi generare benessere. La conclusione non stupisce se si pensa all’importanza delle relazioni umane per il benessere delle persone e che, anche se, non al livello di contatto diretto, i social consentono di connettersi con gli altri e di condividere idee e preferenze, superando le barriere dello spazio e del tempo.

Lo studio di Vaingankar JA, van Dam RM, Samari E, Chang S, Seow E, Chua YC, Luo N, Verma S, Subramaniam M. Social Media-Driven Routes to Positive Mental Health Among Youth: Qualitative Enquiry and Concept Mapping Study. JMIR Pediatr Parent. 2022 Mar 4;5(1):e32758. doi: 10.2196/32758. PMID: 35254285; PMCID: PMC8933808 è dedicato ai giovani e conclude che la connessione con gli amici, il coinvolgimento nei contenuti e la possibilità di esprimersi offerte dai social possono produrre: migliori relazioni sociali; maggior autostima; maggior capacità di far fronte alle avversità; maggiore felicità e favorire altri aspetti rilevanti della salute mentale come positività e crescita personale.


Sulla base di tali studi ci siamo domandati se un utilizzo guidato dei social media possa giovare in alcune fasi della malattia mentale, contraddistinte dalla chiusura all’esterno, povertà di relazioni, perdita di interessi. Sono i sintomi negativi che rendono la vita difficile e poco interessante a chi ne soffre e privano la società nel suo complesso di un apporto importante. Doppia perdita.

Pur non supportati da studi specifici crediamo che la risposta sia positiva. In queste situazioni i familiari e gli amici possono aiutare la persona a pianificare cosa fare, meglio se attività che per lei un tempo erano piacevoli e meglio ancora se queste prevedono dei contatti sociali. Sicuramente è più facile stare bene con gli altri se si condivide con loro qualcosa che ci piace fare. Anche ricordare gli interessi, condividere i ricordi può essere utile. La stimolazione può avvenire attraverso diversi strumenti e anche attraverso i social, condividendo idee, post e messaggi al fine di sentirsi più vicini e supportati, essere di stimolo e aumentare il grado di consapevolezza. In questi casi, sì un like è un successo. Beninteso è solo una piccola idea che non sostituisce, ma può al più affiancare la cura farmacologica, la psicoterapia etc. Però è alla portata di tutti, amici e famigliari.

Articolo di Martina e Paolo
per il progetto “Attivismo Digitale