02 Febbraio 2022

Avevo circa sei anni quando mi sono accorta di vedere il mondo con sfumature diverse.
Diverse da ciò che per la società veniva ritenuto ‘normale’ o ‘convenzionale’.
Mi ricordo quando non volevo andare a scuola.
Per me il primo giorno era un inferno, e non perché odiassi studiare ma perché stare in mezzo a ciò che non mi rappresentava, significava respirare sempre a fondo… per cercare di non vomitare dall’imbarazzo, di non iniziare a sudare incessantemente. 

Questo per me significava ‘il primo giorno di scuola’.

Amavo studiare, e col tempo ne ero sempre più consapevole ma la diversità fra me e il mondo esterno mi portava a ribellarmi, perché non vedevo alternativa, non vedevo uno spiraglio di luce, niente.
Quindi mi rifugiavo tra quei libri che mia nonna mi prestava, mi rifugiavo in quelle pagine gialle, quelle che sanno di ‘vissuto’.
Solo lì per me c’era salvezza.

Sono cresciuta stando dalla parte dei più fragili, di chi non aveva voce per farsi valere, di chi pensava di non farcela. 
Per tanti anni ho vissuto da sola, facendo vedere a mia madre una felicità che in realtà non c’era, scorreva effimera dentro di me.

Fino a quando non è arrivata l’adolescenza. 

L’alcool si era impossessato di me e vedevo in lui un aiuto per sentirmi normale’, apparentemente. Tante visite al pronto soccorso, tante domande senza risposta.
Fino al 22 Novembre 2019: il mio primo ricovero e la scoperta della diagnosi di disturbo borderline e bipolare di tipo I.

Non mi sono mai sentita più sola. 

Un anno di ricadute caratterizzato da esperienze molto forti. Mi sentivo di aver toccato il fondo, di aver raggiunto il limite. Ma mi hanno sempre detto di avere una caratteristica speciale: la resilienza.

Da quel momento ho fatto del mio scudo una potente arma: sono uscita allo scoperto, dopo mesi di segreti, chiusura, domande senza risposta.
Attraverso un video sui social ho finalmente detto la verità al mondo, e tante persone che si sentivano incomprese, sole, mi hanno scritto, chiedendomi perchè, cercando conforto, la strada giusta.

Ho capito quanto fosse importante il potere della condivisione, della divulgazione, e soprattutto col tempo ho capito che nessuno è solo. Ho scoperto che il sole si può toccare, che tutto può tornare a brillare, accettando se stessi e rispettando i propri tempi.

Ho capito che nessuno è solo, e tutti sono fatti per brillare, ognuno a suo modo.

Articolo realizzato da Giulia
per il progetto “Attivismo Digitale